di Gianfranco Franchi
La birra è di destra. C’è poco da fare. È di destra, perché sa essere popolare e aristocratica. È di destra, perchè incarna l’espressione del territorio: è sensibile ai particolarismi locali, e sa confederarli in una patria soltanto. È di destra, perchè sa essere democratica. È di destra, perché pretende distinzione: per ogni birra il suo bicchiere, per ogni etichetta una storia; una storia d’un clan, una storia d’una vera tradizione artigianale o industriale. È di destra, perché è affascinante come una sconosciuta, e tuttavia è subito famigliare. È di destra, perché crede nella diversità.
È di destra, perchè è stata scoperta e amata per prima dalle donne. È di destra, perché a Roma importò la sua cultura Giulio Agricola, suocero di Tacito, educato dai mastri birrai britannici. Flavio Valente preferiva la birra austriaca, il “sabaium”. Noi siamo molto riconoscenti ai nostri padri, e alla loro favolosa apertura mentale.
Riconosci l’uomo di destra da come beve la birra. Il compagno beve birra perché non ha coraggio di ordinare un buon vino; per il gusto della socialità d’accatto, o per rincoglionirsi un po’; noi, invece, prima di ordinare una birra pensiamo. Pensiamo, per prima cosa, alla nascita della cultura nuova delle carte delle birre. Pensiamo, scegliendo una o un’altra etichetta, alla Bretagna, al Belgio, al Piemonte, al Lazio. Pensiamo, scegliendo quella bottiglia, che dovremo abbinarla idealmente a qualcosa di stuzzicante; un buon formaggio italiano, ben stagionato, un po’ di affettati scelti. Un gran sigaro toscano. Pensiamo, infine, che quella birra andrà bevuta in un bicchiere ideale. E ce ne freghiamo dell’utilitarismo, ce ne freghiamo delle necessità: sappiamo attendere, sappiamo aspettare, sappiamo scegliere. Sappiamo bere, in altre parole. Noi siamo gli apoti: quelli che non se la bevono, quelli che se la gustano.
Il compagno che beve birra è come “Il mangiatore di fagioli” di Carracci: sta là, su un tavolaccio dimesso, che trinca per non ammettere che è tutto lì; che il Muro di Berlino è caduto, e quello di Gorizia è stato sgretolato; che in Polonia il comunismo è un reato; che a Cuba il faro adesso è la libertaria Yoani Sanchez, e che Putin va a mangiare e bere nei ristoranti di Golfo Aranci, perché ha imparato che vodka e caviale stuccano, e che la vera grande cucina è quella mediterranea: è quella italiana. Il compagno che vuole darsi arie da Degas, post assenzio, guarda nel vuoto e titilla la sua bottiglietta di vetro, facendola piroettare qua e là – poi dà di gomito al suo amico e parla di manifestazioni; volano milioni di militanti da un tavolo all’altro, come molliche di pane, e si sogna un nuovo sol dell’avvenire, proprio come in “Palombella Rossa”. Nel silenzio, mogio mogio, trattiene un rutto. A fatica.
L’uomo di destra che beve birra è ospite del “Caffè di notte” di Van Gogh, e sta leggendo un libro di Giordano Bruno Guerri. La stanza è accesa di colori vivi, fenomenali, e ogni sorso è speranza, e visione solare del futuro. Intanto sogna di comprare “Un bar aux Folies-Bergère” di Manet, perché in quella tela appaiono delle bottiglie di birra. Sogno proibito? Sogno migliore: sviluppa la fantasia, anima pensieri nuovi. L’uomo di destra non beve soltanto: assapora. Apprezza. L’uomo di destra beve felice perché s’accorge che tante cose sono cambiate: gli italiani stanno imparando a riconoscere la storia degli Istriani, dei Fiumani e dei Dalmati, e guardano con sospetto a chi dice d’essere andato in vacanza in Croazia; subito lo correggono, “Istria, o Dalmazia!”. Beve felice e sereno, senza eccedere, perché sa che adesso il Premio Nobel per la Letteratura è andato a una come Herta Muller, che ha saputo combattere il comunismo e rovesciare Ceausescu come niente fosse; sa che l’Europa che sta nascendo è l’Europa delle patrie, e sa che s’avvicina il giorno in cui Bruxelles si tingerà dei colori di Roma; sa che il mondo tornerà ad ammirare l’arte degli italiani, dopo aver idolatrato il genio dei futuristi; sa, infine, che i suoi ideali e i suoi valori non sono mai cambiati, perché sono quelli cavallereschi che hanno attraversato il tempo.
È indispensabile saper bere: perché bere è un atto naturale, e comune, e la distinzione è tutto. Bere perchè chi si ha sete non basta: bisogna bere perché se ne ha la volontà, se ne ha lo spirito, se ne ha l’intelligenza. Giorni fa è planato sulle nostre scrivanie questo ricco Manuale della Birra (Gribaudo, 288 pp, euro 25,00), corredato da 400 immagini a colori, e sfogliando e interiorizzandolo abbiamo meditato. È un manuale equilibrato, né destro né sinistro (come il povero Luigi Bartolini: “Destro mai, neppur sinistro / seppi, volli, esser mai. / Tu lo sai, Signor; per questo / io da tutti ne buscai”), iniezione di intelligenza, vivacità e curiosità intellettuale: un must per tutti gli appassionati di grande enogastronomia, un must per tutti quelli che bevono senza saperlo, o per consolazione, o per spacconeria. Un must per chi sa che la birra non è solo acqua, malto, luppolo e lievito: così come la politica non è solo partecipazione, militanza e fedeltà. Un oggetto di culto per chi sa che la temperatura di servizio è tutto: è come la linea editoriale.
Lelio Bottero, il curatore, insegna: esistono le Stout (in pinta!), le Weiss, le Strong Ale, le birre d’Abbazia e quelle Trappiste; esistono i favolosi microbirrifici italiani, associati in Unionbirrai. Naturalmente, ci segnala i migliori. La birra non esiste, perché esistono “le birre”. La schiuma è fondamentale: pochissime sono le birre “piatte”, quella senza schiuma. La birra non fa ingrassare: è meno calorica di una CocaCola o di un succo di frutta, meno di una grappa o di un whisky. La birra è digestiva, antianemica e positiva per l’apparato circolatorio: come una vittoria elettorale.
Chiudiamo con qualche curiosità. La prima vera fabbrica di birra italiana venne aperta a Nizza, nel 1789; quindi, venne Spluga di Chiavenna (1840), i fratelli Luciani di Pedavena (1897), la Peroni (1946), i fratelli Caraccio a Biella, poi proprietari della Menabrea. E ancora: Cervisia a Genova, Busalla a Savignone, Poretti a Varese, Italia a Milano. Questi i pionieri segnalati da Bottero. Che aggiunge che forse non tutti sanno che “i nostri artigiani esportano con successo negli Stati Uniti apprezzate birre aromatizzate, birre acide maturate in barrique o birre di ispirazione egizia al Kamut e con resine al posto del luppolo. Il futuro sembra dunque roseo per la produzione artigianale italiana”. E tutto quel che dà lustro e onore alla nostra nazione è la gioia della destra, c’è poco da fare.
Potrei dirti che il fascismo mise le tasse sulla birra che fecero chiudere il 90% delle fabbriche di birra presenti in Italia
RispondiEliminaPotrei dire che la birra è fermento, cambiamento rivoluzione, potrei dirti che la birra era sulle barricate, potrei dirti che era il vino dei poveri (lambic)
ma chi se ne frega, come dice Giorgio Gaber:
Tutti noi ce la prendiamo con la storia
ma io dico che la colpa è nostra,
è evidente che la gente è poco seria
quando parla di sinistra o destra.
Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra...
Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra...
Fare il bagno nella vasca è di destra
far la doccia invece è di sinistra,
un pacchetto di Marlboro è di destra
di contrabbando è di sinistra.
Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra...
Una bella minestrina è di destra
il minestrone è sempre di sinistra,
quasi tutte le canzoni son di destra
se annoiano son di sinistra.
Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra...
Le scarpette da ginnastica o da tennis
hanno ancora un gusto un po' di destra,
ma portarle tutte sporche e un po' slacciate
è da scemi più che di sinistra.
Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra...
I blue-jeans che sono un segno di sinistra
con la giacca vanno verso destra,
il concerto dello stadio è di sinistra
mentre i prezzi sono un po\' di destra.
Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra...
La patata per natura è di sinistra
spappolata nel purè è di destra,
la corsia del sorpasso è a sinistra
ma durante le elezioni è a destra.
Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra...
La piscina bella azzurra e trasparente
è evidente che sia un po' di destra,
mentre i fiumi, tutti i laghi e anche il mare
son di merda più che sinistra.
Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra...
L'ideologia, l'ideologia
malgrado tutto credo ancora che ci sia,
è la passione, l'ossessione della tua diversità
che al momento dove è andata non si sa
dove non si sa
dove non si sa.
Io direi che il culatello è di destra
la mortadella è di sinistra,
quasi sempre il mal di testa è di destra
la colite invece è di sinistra.
Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra...
La tangente per natura è di destra
col permesso di chi sta a sinistra,
non si sa se la fortuna sia di destra
ma la sfiga è sempre di sinistra.
Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra...
Il saluto vigoroso a pugno chiuso
è un antico gesto di sinistra,
quello un po' degli anni '20, un po' romano
è da stronzi oltre che di destra.
Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra...
L'ideologia, l'ideologia
non so se è un mito del passato o un'isteria,
è il continuare ad affermare un pensiero e il suo perché
con la scusa di un contrasto che non c'è
se c'è chissà dov'è
se c'è chissà dov'è.
Canticchiar con la chitarra è di sinistra
con il karaoke è di destra,
i collant sono quasi sempre di sinistra
il reggicalze è più che mai di destra.
Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra...
La risposta delle masse è di sinistra
col destino di spostarsi a destra,
son sicuro che il bastardo è di sinistra
mentre il figlio di puttana è a destra.
Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra...
Una donna emancipata è di sinistra
riservata è già un po' più di destra,
ma un figone resta sempre un\'attrazione
che va bene per sinistra e destra.
Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra...
Tutti noi ce la prendiamo con la storia
ma io dico che la colpa è nostra,
è evidente che la gente è poco seria
quando parla di sinistra o destra.
Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra...
Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra...
Destra-sinistra
Destra-sinistra
Destra-sinistra
Basta!
birra..?? io da vero compagno bevo Morellino, Merlot, Pinot Nero, Primitivo, Rosso di Montalcino, Syrah, Vernaccia, Cannonau, e non disdegno il buon Prosecco da pasto.. alla faccia
RispondiEliminaIo bevo la birra nei bicchieri appropriati, io sono un degustatore di tutti i tipi di birra, io ho il coraggio, ( ma quale coraggio?) di bere un buon bicchiere di vino, ma la destra la lascio a te per trastullarti pensando a tutte quelle "signorine" di destra che fanno il bunga-bunga con papy tuo di destra.
RispondiEliminaHello mate nicce post
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