martedì 25 aprile 2006

Cosa vi ricorda?

A me tanto i discorsi che una certa parte politica va cinciando da un pò di tempo a questa parte... solamente che questo discorso è stato fatto nel 64 a.c. passano l'anni, passano i secoli ma i politici sempre quelli so... e l'unico modo per non cascarci, qualunque parte essi siano, è imparare dalla storia... ora leggete e imparate...

Dal: "De Coniuratione Catilinae" di Gaio Sallustio Crispo

Capitolo XX

(Discorso elettorale di Catilina del 64 a.C.)

…da quando il governo della Repubblica ha consegnato il diritto e l'autorità nelle mani di pochi prepotenti… noi altri tutti, pur valorosi e onesti, nobili e plebei, non siamo stati che volgo senza influenza, senza considerazione, sottomessi a questa gente, che in una repubblica degna di questo nome avrebbe paura di noi. Così hanno amministrato, manipolando per sé e per i propri amici, favori, potere, cariche pubbliche e pubblico denaro; a noi hanno riservato un’esistenza precaria, emarginazione, processi ingiusti, povertà. Fino a quando, dunque, o miei valorosi, sopporteremo tali angherie? Non è più degno morire da valorosi, piuttosto che trascorrere passivamente e con vergogna un'esistenza misera e senza onori, soggetti allo scherno e all'alterigia? In verità, grazie al cielo, la vittoria è nelle nostre mani, dato che siamo vigorosi e potenti, al contrario di loro, che sono logorati dagli anni e dalle ricchezze. Ora è necessario agire, il resto verrà da sé. Infatti, quale uomo sano ed equilibrato può sopportare che questi sperperino il denaro, spianando montagne e costruendo sul mare, mentre a noi manca persino lo stretto necessario? Come tollerare che si costruiscano di seguito due o più palazzi, mentre noi non possediamo neppure una casa? Per quanto acquistino quadri, statue, vasi decorati; per quanto distruggano strutture ancora solide per edificarne delle altre; insomma, per quanto cerchino in tutti i modi di sperperare le ricchezze, tuttavia non riescono, con tutti i loro stravizi, a dar fondo al loro danaro. A casa nostra regna la miseria, fuori il tormento dei debiti; viviamo una situazione disastrosa destinata a diventare molto peggiore: insomma, che ci rimane d'altro se non la nostra misera vita? Perché, dunque, non ci svegliate dal sopore? Ecco, quella libertà proprio quella libertà che spesso avete atteso…

Da: http://www.farneti.it/Catilina.asp


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