martedì 14 dicembre 2010

Voyager 1 will exit solar system soon, is so close to the void it can taste it -- Engadget

Voyager 1 will exit solar system soon, is so close to the void it can taste it -- Engadget


Da engadget:
Endurance: it's important in every race, including the space race, even though many pundits would argue that it kind of fizzled a long time ago. Thirty-three years prior to now, NASA's Voyager 1 began its journey to check in on the outer planets. It accomplished that goal in 1989, and has since moved on to bigger and better things -- you know, like leaving the solar system. Ten billion miles away, Voyager 1's Low-Energy Charged Particle Instrument is spitting out "solid zeroes," which means it's not detecting any more outward movement from solar winds. The heliopause (read: the official edge of the solar system) is just a few short years away for the radioactive-powered spacecraft, which is frightening to think about regardless of your experience in Space Camp. What will happen once it enters interstellar space? We're not sure, but we're trying to set up radio comms with its earth-bound synthesizer progeny for some kind of freaky space jam. We'll keep you posted.

giovedì 7 ottobre 2010

MediaWiki Watermark


Per lavoro mi sono trovato a dover realizzare una modifica di mediawiki, la modifica consisteva nell'aggiungere una filigrana (Watermark) a tutte le immagini sul sito, ho scervellato un pò risolverlo e alla fine me ne sono uscito con questa modifica di alcuni file di mediawiki... non è certamente lo stato dell'arte, ma se a qualcuno può essere utile, ecco qua...


saluti a tutti

giovedì 8 luglio 2010

55 anni del Manifesto Russell-Einstein




9 Luglio 1955 - 9 Luglio 2010
55 anni del Manifesto Russell-Einstein

Da Wikipedia: (http://it.wikipedia.org/wiki/Manifesto_Russell-Einstein)

Per Manifesto di Russell-Einstein si intende la dichiarazione presentata il 9 luglio 1955 (nel pieno della Guerra fredda) a Londra in occasione di una campagna per il disarmo nucleare e che aveva avuto come promotori Bertrand Russell ed Albert Einstein (morto nell'aprile dello stesso anno). Nel documento - controfirmato da altri 11 scienziati e intellettuali di primo piano - Einstein e Russell invitavano gli scienziati di tutto il mondo a riunirsi per discutere sui rischi per l'umanità prodotti dall'esistenza delle armi nucleari.
Tra i redattori del Manifesto vi fu anche Joseph Rotblat, che fu l'unico degli scienziati coinvolti nel progetto Manhattan ad abbandonare il lavoro a causa di contrasti di natura morale. Dopo aver appreso di Hiroshima, Rotblat affermò di essere "preoccupato sull'intero futuro dell'umanità". Rotblat diresse la conferenza stampa di presentazione del Manifesto a Caxton Hall, a Londra. Fu sua la celebre frase (citata anche quando Rotblat ritirò il Nobel per la Pace nel 1995):
Ricordatevi della vostra umanità, e dimenticate il resto.
Il Manifesto invitava a tenere al più presto una conferenza internazionale, che originariamente nei progetti di Nehru doveva tenersi in India. In seguito alla Crisi di Suez, questo progetto fu abbandonato. Aristotele Onassis si offrì di finanziare un incontro a Monaco, ma la proposta fu rifiutata. Infine, Cyrus Eaton, un imprenditore canadese che conosceva Russell dal 1938, si offrì di finanziare una conferenza nella sua cittadina di Pugwash, in Nuova Scozia. La Conferenza di Pugwash per la Scienza e gli Interessi del Mondo nel 1995 ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace.

Un estratto del testo:

Nella tragica situazione cui l'umanità si trova di fronte noi riteniamo che gli scienziati debbano riunirsi in conferenza per accertare i pericoli determinati dallo sviluppo delle armi di distruzione di massa.
Quasi ognuno che abbia una coscienza politica ha preso fermamente posizione in una o più di tali questioni, ma noi vi chiediamo, se potete, di mettere in disparte tali sentimenti e di considerarvi solo come membri di una specie biologica che ha avuto una storia importante e della quale nessuno di noi li può desiderare la scomparsa.
L'opinione pubblica e anche molte persone in posizione autorevole non si sono rese conto di quali sarebbero le conseguenze di una guerra con armi nucleari. Molti ammonimenti sono stati formulati da personalità eminenti della scienza e da autorità della strategia militare.
Non abbiamo ancora constatato che le vedute degli esperti in materia dipendano in qualsiasi modo dalle loro opinioni politiche e dai loro pregiudizi. Esse dipendono solo, per quanto hanno rivelato le nostre ricerche, dall'estensione delle conoscenze particolari del singolo. Abbiamo riscontrato che coloro che più sanno sono i più pessimisti. Questo dunque è il problema che vi presentiamo, netto, terribile ed inevitabile.

dobbiamo porre fine alla razza umana oppure l'umanità dovrà rinunciare alla guerra?

ciò che forse più che ogni altro elemento ostacola la comprensione della situazione è il fatto che il termine “umanità” appare vago ed astratto.
Gli uomini stentano a rendersi conto che il pericolo è per loro, per i loro figli e loro nipoti e non solo per una generica e vaga umanità.
Se vogliamo, possiamo avere davanti a noi un continuo progresso in benessere, conoscenze e saggezza. Vogliamo invece scegliere la morte perché non siamo capaci di dimenticare le nostre controversie?
Noi rivolgiamo un appello come esseri umani ad esseri umani:

ricordate la vostra umanità e dimenticate il resto.



Firmato da:

Max Born
Percy W. Bridgman
Albert Einstein
Leopold Infeld
Frederic Joliot-Curie
Herman J. Muller
Linus Pauling
Cecil F. Powell
Joseph Rotblat
Bertrand Russell
Hideki Yukawa

martedì 27 aprile 2010

Birrestra? La birra è di destra.


di Gianfranco Franchi

La birra è di destra. C’è poco da fare. È di destra, perché sa essere popolare e aristocratica. È di destra, perchè incarna l’espressione del territorio: è sensibile ai particolarismi locali, e sa confederarli in una patria soltanto. È di destra, perchè sa essere democratica. È di destra, perché pretende distinzione: per ogni birra il suo bicchiere, per ogni etichetta una storia; una storia d’un clan, una storia d’una vera tradizione artigianale o industriale. È di destra, perché è affascinante come una sconosciuta, e tuttavia è subito famigliare. È di destra, perché crede nella diversità.

È di destra, perchè è stata scoperta e amata per prima dalle donne. È di destra, perché a Roma importò la sua cultura Giulio Agricola, suocero di Tacito, educato dai mastri birrai britannici. Flavio Valente preferiva la birra austriaca, il “sabaium”. Noi siamo molto riconoscenti ai nostri padri, e alla loro favolosa apertura mentale.

Riconosci l’uomo di destra da come beve la birra. Il compagno beve birra perché non ha coraggio di ordinare un buon vino; per il gusto della socialità d’accatto, o per rincoglionirsi un po’; noi, invece, prima di ordinare una birra pensiamo. Pensiamo, per prima cosa, alla nascita della cultura nuova delle carte delle birre. Pensiamo, scegliendo una o un’altra etichetta, alla Bretagna, al Belgio, al Piemonte, al Lazio. Pensiamo, scegliendo quella bottiglia, che dovremo abbinarla idealmente a qualcosa di stuzzicante; un buon formaggio italiano, ben stagionato, un po’ di affettati scelti. Un gran sigaro toscano. Pensiamo, infine, che quella birra andrà bevuta in un bicchiere ideale. E ce ne freghiamo dell’utilitarismo, ce ne freghiamo delle necessità: sappiamo attendere, sappiamo aspettare, sappiamo scegliere. Sappiamo bere, in altre parole. Noi siamo gli apoti: quelli che non se la bevono, quelli che se la gustano.

Il compagno che beve birra è come “Il mangiatore di fagioli” di Carracci: sta là, su un tavolaccio dimesso, che trinca per non ammettere che è tutto lì; che il Muro di Berlino è caduto, e quello di Gorizia è stato sgretolato; che in Polonia il comunismo è un reato; che a Cuba il faro adesso è la libertaria Yoani Sanchez, e che Putin va a mangiare e bere nei ristoranti di Golfo Aranci, perché ha imparato che vodka e caviale stuccano, e che la vera grande cucina è quella mediterranea: è quella italiana. Il compagno che vuole darsi arie da Degas, post assenzio, guarda nel vuoto e titilla la sua bottiglietta di vetro, facendola piroettare qua e là – poi dà di gomito al suo amico e parla di manifestazioni; volano milioni di militanti da un tavolo all’altro, come molliche di pane, e si sogna un nuovo sol dell’avvenire, proprio come in “Palombella Rossa”. Nel silenzio, mogio mogio, trattiene un rutto. A fatica.

L’uomo di destra che beve birra è ospite del “Caffè di notte” di Van Gogh, e sta leggendo un libro di Giordano Bruno Guerri. La stanza è accesa di colori vivi, fenomenali, e ogni sorso è speranza, e visione solare del futuro. Intanto sogna di comprare “Un bar aux Folies-Bergère” di Manet, perché in quella tela appaiono delle bottiglie di birra. Sogno proibito? Sogno migliore: sviluppa la fantasia, anima pensieri nuovi. L’uomo di destra non beve soltanto: assapora. Apprezza. L’uomo di destra beve felice perché s’accorge che tante cose sono cambiate: gli italiani stanno imparando a riconoscere la storia degli Istriani, dei Fiumani e dei Dalmati, e guardano con sospetto a chi dice d’essere andato in vacanza in Croazia; subito lo correggono, “Istria, o Dalmazia!”. Beve felice e sereno, senza eccedere, perché sa che adesso il Premio Nobel per la Letteratura è andato a una come Herta Muller, che ha saputo combattere il comunismo e rovesciare Ceausescu come niente fosse; sa che l’Europa che sta nascendo è l’Europa delle patrie, e sa che s’avvicina il giorno in cui Bruxelles si tingerà dei colori di Roma; sa che il mondo tornerà ad ammirare l’arte degli italiani, dopo aver idolatrato il genio dei futuristi; sa, infine, che i suoi ideali e i suoi valori non sono mai cambiati, perché sono quelli cavallereschi che hanno attraversato il tempo.

È indispensabile saper bere: perché bere è un atto naturale, e comune, e la distinzione è tutto. Bere perchè chi si ha sete non basta: bisogna bere perché se ne ha la volontà, se ne ha lo spirito, se ne ha l’intelligenza. Giorni fa è planato sulle nostre scrivanie questo ricco Manuale della Birra (Gribaudo, 288 pp, euro 25,00), corredato da 400 immagini a colori, e sfogliando e interiorizzandolo abbiamo meditato. È un manuale equilibrato, né destro né sinistro (come il povero Luigi Bartolini: “Destro mai, neppur sinistro / seppi, volli, esser mai. / Tu lo sai, Signor; per questo / io da tutti ne buscai”), iniezione di intelligenza, vivacità e curiosità intellettuale: un must per tutti gli appassionati di grande enogastronomia, un must per tutti quelli che bevono senza saperlo, o per consolazione, o per spacconeria. Un must per chi sa che la birra non è solo acqua, malto, luppolo e lievito: così come la politica non è solo partecipazione, militanza e fedeltà. Un oggetto di culto per chi sa che la temperatura di servizio è tutto: è come la linea editoriale.

Lelio Bottero, il curatore, insegna: esistono le Stout (in pinta!), le Weiss, le Strong Ale, le birre d’Abbazia e quelle Trappiste; esistono i favolosi microbirrifici italiani, associati in Unionbirrai. Naturalmente, ci segnala i migliori. La birra non esiste, perché esistono “le birre”. La schiuma è fondamentale: pochissime sono le birre “piatte”, quella senza schiuma. La birra non fa ingrassare: è meno calorica di una CocaCola o di un succo di frutta, meno di una grappa o di un whisky. La birra è digestiva, antianemica e positiva per l’apparato circolatorio: come una vittoria elettorale.

Chiudiamo con qualche curiosità. La prima vera fabbrica di birra italiana venne aperta a Nizza, nel 1789; quindi, venne Spluga di Chiavenna (1840), i fratelli Luciani di Pedavena (1897), la Peroni (1946), i fratelli Caraccio a Biella, poi proprietari della Menabrea. E ancora: Cervisia a Genova, Busalla a Savignone, Poretti a Varese, Italia a Milano. Questi i pionieri segnalati da Bottero. Che aggiunge che forse non tutti sanno che “i nostri artigiani esportano con successo negli Stati Uniti apprezzate birre aromatizzate, birre acide maturate in barrique o birre di ispirazione egizia al Kamut e con resine al posto del luppolo. Il futuro sembra dunque roseo per la produzione artigianale italiana”. E tutto quel che dà lustro e onore alla nostra nazione è la gioia della destra, c’è poco da fare.

mercoledì 31 marzo 2010

VITTORIA


Renata Polverini
Governatore della Regione Lazio

lunedì 18 gennaio 2010

Effetto apple


Per noi mac fans non pasa giorno senza che ci ritroviamo a visionare i nostri siti o feed RSS preferiti che parlano del mondo della mela, ogni giorno escono decine di notizie nuove riguardanti iPhone, macbook, iSlate e tutta la gamma di prodotti col marchio apple, solo che, diciamoci tutti la verità, di cosa andiamo tutti più in cerca? DEI RUMORS!!!!
Chi di noi non ha mai cercato di carpire notizie su nuovi prodotti, chi di noi non è stato incollato al pc durante un keynote solo per sapere COSA lo zio Steve ha deciso di presentare? Ma soprattutto quante volte questi rumors si sono rivelati falsi? Innumerevoli volte, ma ogni volta hanno avuto un enorme pregio, hanno dato una scossa al mercato, hanno messo come si dice a Roma, il pepe al culo, ai vari produttori, da quando si parla di iPhone tutti i produttori hanno fatto uscire prodotti che possono finalmente chiamarsi smartphone, con schermi touch e sistemi operativi completi dentro, il macbook air ha portato le case a produrre notebook più fini e leggeri, stessa cosa hanno fatto i macbook e ora il nuovo iSlate, si cominciano già a vedere i primi prototipi di tablet sullo stile iSlate.
Molti accusano apple di essere solo fumo, essere solo costosi giocattoli, ma se un giocattolo permette di dare una mossa al mercato e fargli una volta per tutte mettere sul mercato prodotti che sono al passo con i tempi, evviva apple, il suo fumo e i suoi costosi giocattoli!!!

venerdì 8 gennaio 2010

Imperium Solis

Mi fermo e vi dico solo...

COMPRATELO!!!
Io l'ho trovato stupendo, sono stato incollato a questo libro fino all'ultima lettera e ora... aspetto il secondo volume :P

Queste oscure materie


Ok, la copertina non è questa, ma non ne ho trovata una di una grandezza decente, quindi vi metto anche quella sua + piccola :P



Lunedi mi arriva a casa, vi faccio sapere com'è! Intanto vi linko la pagina su anobii!

giovedì 7 gennaio 2010

Il simbolo perduto



Ho letto l'ultimo libro di Dan Brown... bello bello bello... non farò una recensione perché vi invito ad andare su questa pagina di anobii dove è molto più facile che troviate recensioni diverse tra di loro per farvi la giusta idea del libro. Questo il link [LINK]
Vi consiglio veramente li leggerlo e soprattutto mentre lo leggete controllate con il pc le varie cose di cui parla nel libro, vi renderà ancora più avvincente la storia e vi farà scoprire molte cose che prima non sapevate. Non per ultimo vi darà una visione del divino molto più ampia, ma questo secondo me...